destionegiorno
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Non sono poetessa, ne scrittrice, solamente una donna, che rubando tempo al tempo di una vita reale colma di numeri, obblighi fiscali e doveri morali, si immerge in un' oasi di tranquillità, nella quale esprime quella Paola, che Nessuno conosce e neppure per un attimo, immagina che possa essere Lei, ... (continua)
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paola marchi
| Era una rosa
scolpita nella roccia,
la frenetica fantasia,
riflessa sulle mie pupille,
tatuate nei vetri
di una attesa.
Il ricordo
di un sentimento
di ieri.
Scalpitava il vento,
offendendo l'edera,
appiccicata alla muraglia
screpolata dall'abuso
di un sole arido e tiranno.
L'urlo del pendolo
nel suo rintocco
riecheggiava
il tempo di un passato
pietrificato
nella buia stanza
del peccato.
Ero sola
a sorseggiare caffè,
in una tazzina sgualcita
dalla fiamma della speranza,
fumeggiante
di grigiore,
ammutolita di noia.
Lo scricchiolio di un portone
fece largo ad un bagliore.
La tua ombra
indossava
il dipinto di un cuore,
che slacciava
il bottone
per palpitare
amore.
Offendesti il timore,
offrendomi un fiore.
Attonita e stupita
la persiana
sbatteva
incredula di gioia
nel rivederti ancora.
Scalza,
con il sorriso sulle labbra,
mi accartocciai
tra le tue braccia,
che mi accolsero
con l'ardore
in un ceppo di passione.
Danzammo
nudi e vogliosi,
tra quei muri
dove i quadri imbarazzati,
avevano pupille
senza sguardo
e sgomitavano
dalle cornici
per fuggire
a quella vista scostumata.
Fraudolente le piastrelle
si scostavano
dalle fughe
per dar posto
ai nostri corpi umidi
e far partorire il peccato
di quell'oblio disordinato.
Esausti, fiacchi,
innamorati e sguaiatamente felici
immergiavamo
le nostre languide labbra
nella botte
di un bollente vino,
per bruciare insieme
di quell'amore segreto
colmo di eccitanti baci,
perversi sogni,
in quell'assurda nostra vita
impasticciata
di soli,
miserabili e noiosi,
soliti doveri. |
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