destionegiorno
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Non sono poetessa, ne scrittrice, solamente una donna, che rubando tempo al tempo di una vita reale colma di numeri, obblighi fiscali e doveri morali, si immerge in un' oasi di tranquillità, nella quale esprime quella Paola, che Nessuno conosce e neppure per un attimo, immagina che possa essere Lei, ... (continua)
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paola marchi
| Invitante e penetrante
era quello sguardo malizioso,
che mi invitava
nell'oblio di un vino.
La lucida scarpa
di quell'ombroso nero
accarezzava il suo fiero piede,
carcerato in un calzino.
Seduto immobile
tra il fuoco
di una pipa clandestina,
il suo volto
era l'ombra del peccato,
stritolato
da un'incolta barba.
Ad occhi bassi
il mio respiro
ingoiava
tosse di timore
mentre le mie gambe
erano sciolte in panna.
Osservavo, tentennavo,
assaporando caffè amaro.
Non era cambiato.
Le sue sottili labbra
erano preda
di un tozzo bicchiere,
naufragate nel piacere
di un secco vino
colmo fino all'orlo
di quel vetro sporco.
Scarmigliati, arruffati,
confusamente caotici
in ricci ribelli,
i suoi capelli
erano maliarda cornice
di un volto scolpito da rughe.
Erano tagli furenti,
che troneggiavano maldestri,
scavando caverne
tra quei suoi zigomi,
scogli di difesa
per quelle pupille,
rintanate
tra le ciglia.
Timore alla sua ombra,
che succhiava il pavimento.
Timore tra la gente,
che non ardiva
pensiero e movimento.
Amore nel mio cuore,
che osò rumore.
Scricchiolò il mio tacco
in preda al panico
mentre sfiorava
maliziosamente
la sua scarpa
rimasta abbagliata
da quell'eccitante ardore.
Fu solo un attimo
e volai tra le sue forti braccia.
Inarrestabile delirio,
ora, come allora. |
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