| destionegiorno 
 
    
 
 
    
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  |  | Non sono poetessa, ne scrittrice, solamente una donna, che rubando tempo al tempo di una vita reale colma di numeri, obblighi fiscali e doveri morali, si immerge in un' oasi di tranquillità, nella quale esprime quella Paola, che Nessuno conosce e neppure per un attimo, immagina che possa essere Lei,  ... (continua)
 
 
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 |  | paola marchi
 Le sue 43 poesie in Amore
  
  
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        |  | I crepuscoli appannati dai ricordi, 
mi strangolano la gola  
con i lacci della solitudine. 
La fioca luce di una lampada,  
violentata dai graffi  
di un sudicio manto di polvere, 
infiamma l’angoscia,  
avvinghiata ai miei polmoni,  
gonfi
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        |  | A piedi nudi sui ciottoli taglienti di un viottolo sconnesso,
 strappo dall’inconscio pulsazioni feconde alla mente.
 Immobile su gambe flaccide
 come mollica di pane bagnata
 mi prendo la testa tra le mani e piango.
 Sono stornelli ingabbiati
 dai
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        |  | Sul balcone del crepuscoloascolto il suono del tramonto,
 specchiandomi nella cascata fine e sottile
 di una pioggia fradicia dei nostri respiri.
 
 Piove il nostro amore
 come inchiostro di parole clandestine,
 distorte da un vento folle
 poi
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        |  | Mi racconto frasi che non ti dirò mai,raggomitolandomi imbarazzata
 tra le fessure delle tue ciglia,
 pagliuzze inconsapevoli del mio desiderio di te.
 Mi infilo silenziosa nell'occhiello solitario
 di un tuo bottone pendulo
 per sfiorarti la
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        |  | Nella tazza di un'insenatura dove trema lo sciacquio delle onde
 affonda la speranza
 frustata dall'odore
 di un temporale che la sovrasta.
 Gridano i gabbiani raggomitolati in piume bagnate
 infilando spazi di cielo intatti
 per il loro grido
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        |  | E' l'incessante timore di esplodere in troppe paroleed il frenare assiduo degli abbondanti nostri sguardi,
 che dicono frasi.
 L'incespicare continuo di un rossore
 che sbraita nel cuore
 quando il mio pensiero ti abbraccia
 e neppure lo
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        |  | Nidi di pagliuzze pennellate di pecesono le tue folte ciglia
 come barriere agli ultimi schizzi di luce
 di un giorno da gettare
 in un pozzo senza fondo.
 C'è nebbia sulle tue pupille vitree.
 Le lacrime si confondono
 nella pioggia
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        |  | Stanotte il tuo respiro mi ha abitato l'animadonando calore al mio costato,
 adesso vuoto e maciullato.
 Mi hai strappato il cuore, che sanguinava lacrime
 tra queste lenzuola umide, increspate di rimpianto.
 Perle di baci infuocati,
 ora sono solo
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        |  | Ci siamo scrutati, sbranandoci le pupille,assetate di pianto.
 Non c'era spazio per toccarci la pelle,
 che sudava vertigini di passione infinita.
 
 I vetri luridi, screpolati dagli urli del tempo
 erano ferite, che mi squartavano dentro.
 I tuoi
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        |  | Stordita dal silenzio l'affanno mi schiaffeggia la mente.
 Seduta su questa spiaggia desolata
 siamo io e il mare a raccontare al vento
 dei temporali arditi di quel tempo.
 Graffio con rabbia la sabbia e piango.
 Sento le unghie spezzarsi lì
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        |  | Con la fronte uggiosa di brina,me ne stavo appiccicata al vetro di una finestra
 scazzottata da gelo e vento,
 mentre il mio respiro grondava
 tremolanti rivoli di pianto
 sulla consumata piastrella
 che accoglieva le mie ginocchia in preghiera.
 Il
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        |  | Come le timide gocce tremolanti e barcollanti sul vetro fradicio di questa malconcia finestra,
 sono ora le mie illusioni
 fuggite in calde lacrime dalle mie pupille
 fin sulle labbra.
 Affannato il mio respiro
 le ingoia in un singhiozzo
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        |  | Osservo con le pupille graffiatecome fossero vetro scheggiato di grandine
 la solitudine mesta di una triste foglia annegata
 su di una pozzanghera a me accanto.
 Frastagliata la sua sembianza
 dalle scarpe di tanti,
 barcolla qua e là
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        |  | Viaggiami nel cuore, senza far rumoreera la melodia salmastra di un'onda
 inabissata sulla riva
 in questo infinito mare,
 che sa di conchiglie tra le nostre dita.
 
 Rottami di legno screpolati, pezzi di alberi maestri
 sbattevano irrequieti tra gli
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        |  | Girovago nuda sui viottoli delle nuvolein preda al panico più crudo.
 E' il passeggiare lento della mente
 che mi getta con un tonfo sordo
 nel pozzo di un ricordo furente.
 Indifferenza usata come lama affilata
 sulla mia pelle in quella stanza
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